La Stampa 21 gennaio 2016: Esplode la mania “Shopkins”:

Licensing Italia pubblica l’articolo di Francesco Semprini, La Stampa, 21 gennaio 2016: 100 milioni di dollari il valore delle vendite degli Shopkins nel 2015 negli Stati Uniti. pupazzetti-prodotto dell’australiana Moose Toys hanno conquistato i piccoli e i grandi che li collezionano.

Se si chiede a una bimba cosa rende irresistibile gli «Shopkins», ti risponde: «Perché posso fare shopping come la mamma». E se le chiedi a quale non potrebbe mai rinunciare, ti dice: «Li vorrei tutti». Del resto lo slogan di questa travolgente linea di giocattoli per bambini piccoli è «Once you shop, you can’t stop», letteralmente una volta che inizi ad acquistarli non ti puoi fermare (anche qui più o meno come le mamme). Le interpretazioni edulcorate preferiscono però «shopping che passione». La ragione è equamente distribuita su entrambe le diciture visto che gli Shopkins (letteralmente protagonisti del negozio) non solo hanno conquistato i più piccoli, diventando protagonisti dei pomeriggi di gioco per le bambine dai tre anni in su, ma hanno letteralmente spopolato sul mercato raggiungendo nel 2015 vendite per cento milioni di dollari.

IL FENOMENO
Un vero fenomeno, specie perché si tratta di un prodotto giovanissimo nato nel 2014 grazie al genio creativo degli esperti di Moose Toys, società di giocattoli di Melbourne, in Australia. L’azienda aveva riscosso grande successo con i «Trash Pack», una linea di minibidoni della spazzatura in gomma, dalle tante forme e tonalità, lanciata nel 2011. Pupazzetti del XXI secolo divenuti protagonisti anche di giochi elettronici, collane di libri e figurine. Anche quello un successo, che però aveva concentrato l’attenzione dell’azienda soprattutto su un pubblico di maschietti. Ecco allora l’idea di Paul Solomon, capo di Moose Toys, di delegare la madre, JacquiTobias, responsabile segmento produttivo dedicato alle bambine, di pensare a una linea simile a quella di Trash Pack per le piccoli clienti della casa dei balocchi australiana. E quale miglior tema se non quello degli acquisti, incarnato nella forma del giocattolo, avrà pensato Jacqui, visto che ogni donna, sin dalla nascita, custodisce dentro di se il gene dello shopping. Ma cosa è esattamente uno Shopkin? Anziché inerpicarci in percorsi descrittivi tortuosi per chi non pratica da tempo attività ludiche in senso stretto, lo chiediamo agli esperti del settore: le bambine. Come quelle che consegnano le loro impressioni ai blog specializzati o ai forum dei negozi di giocattoli.

L’IDEA GLOCAL
«Gli Shopkins sono personaggi che vivono nel mondo dello shopping, di diverse forme e colori, tutti con una faccetta un po’ come quella delle persone». Sono divisi in precise categorie merceologica o dei mestieri. Ci sono gli Shopkins delle pasticcerie, ad esempio a forma di torta o muffin, quelli del reparto frutta e verdura e surgelati, oppure quelli dei saloni di bellezza, delle feste, degli ospedali o i «limited edition», ovvero gli introvabili: per ogni genere infatti ci sono quelli comuni, rari, ultra rari ed esclusivi. Sono venduti nelle «blindbag», confezioni che assomigliano ai cestini usati per pic-nic o portati a mano per la spesa nei supermercati. Blind (ovvero ciechi) perché alcuni dei pezzi contenuti non sono visibili, in sostanza si tenta la fortuna. Ci sono infine i «playset», le ambientazioni e gli accessori necessari per rendere la cornice dello shopping completa, come il carrello del supermercato o il forno per il panettiere. Shopkins è anche un fattore di aggregazione planetaria, sebbene ogni Paese abbia diverse licenze di commercializzazione, in Italia ad esempio sono distribuiti da Giochi Preziosi. Andando sul sito myshopkinslist.shopkinsworld.com si può creare una propria lista con i personaggi che già si hanno e quelli che si desiderano. Insomma un giocattolo «Glocal», che ogni bambino può scegliere in base alle proprie specificità, pur rimanendo connesso ai piccoli colleghi dei cinque continenti. Ma prima di tutto Shopkins è una stella nel firmamento del «toys business», visto che gli obiettivi aziendali per il 2016 indicano un raddoppio del fatturato, e anche di più negli anni a venire, almeno sino a quando «Once you shop, you cant stop».

 

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