Quipos, mezzo secolo di grandi fumetti
Animation & Characters
Compie cinquant’anni la storica agenzia da cui sono passati i più grandi talenti italiani e internazionali. E dove sono fioriti personaggi come la Pimpa di Altan e la Mafalda di Quino
di Luca Raffaelli
Come sarebbe stato il mondo senza la Quipos? Forse Altan non avrebbe mai fatto vignette sull’attualità, forse Mafalda non sarebbe diventata un simbolo di ribellione anche in Europa, forse i personaggi di Mordillo non avrebbero sedotto il mondo.
È dunque un cinquantesimo compleanno importante quello che si festeggia in questi giorni per la storica agenzia internazionale di illustratori, fumetti, vignette e animazione con sede a Milano e radici in Argentina. Ne sono stati fondatori Coleta e Marcelo Ravoni, che si erano conosciuti a Buenos Aires, si erano sposati a Montevideo nel 1964 e si erano trasferiti a Cuba prima di venire in Italia.
Marcelo, traduttore in Argentina di Pavese, responsabile dell’agenzia cubana di informazione “Prensa Latina”, lei traduttrice e scrittrice. Appena arrivato a Milano Marcelo lavora con Valerio Riva, allora Direttore della Collana Latinoamericani della Feltrinelli. Riva gli chiede di rivedere insieme la traduzione di “Cent’anni di solitudine” e nasce così una grande amicizia. Insieme nel 1968 curano “Il libro dei bambini terribili per adulti masochisti”, la prima loro antologia.
Per la copertina Marcelo vuole un’immagine di Mafalda, già famosa in Argentina. Prende contatto con Quino, il suo autore, e nasce un’amicizia e la possibilità di lavorare insieme. Allora Marcelo contatta Umberto Eco, gli fa conoscere Mafalda e insieme vanno da Valentino Bompiani. Risultato: esce così “Mafalda la contestataria”, primo libro di Quino in Europa, con la prefazione di Eco.
I Ravoni capiscono allora che c’è tanto lavoro da fare con i fumetti ed ecco nel 1971 la nascita della Quipos (il nome è quello di uno strano strumento di calcolo degli Inca). Marcelo e Coleta inventano nuovi spazi e possibilità e i loro fumettisti e illustratori scoprono di avere qualità e potenzialità nascoste. I nomi sono tanti, tantissimi, tra Sudamerica (per esempio Alberto Breccia e José Muñoz) e Italia, con qualche nome francese, come Wolinski. E poi Calligaro e Coco, Osvaldo Cavandoli (il geniale autore di Mister Linea), un giovane Mattotti, per qualche tempo Silver e il suo Lupo Alberto, Luca Novelli, Cinzia Ghigliano, Crepax, Bonvi e Nicoletta Costa. E poi Altan, ovviamente, che all’inizio della carriera molti pensavano fosse brasiliano. Si presenta alla Quipos con la sua cartellina di disegni ancora astratti e acerbi ma Marcelo capisce subito di avere a che fare con un talento silenzioso e formidabile. Vanno insieme da del Buono, allora direttore di Linus. Ravoni parla, spiega e mostra i disegni: inizia così una storica collaborazione e le vignette, a poco a poco, cominciano a parlare dell’attualità.
Poi arrivano anche le storie lunghe, i feuilleton. E anche quando nel 1975 Altan schizza per la figlia Kika il disegno di una cagnolina (di cui non è nemmeno tanto convinto) Ravoni va entusiasta da Barberis, allora direttore del Corriere dei Piccoli. Nasce così un personaggio e un successo formidabile: la Pimpa, della quale Coleta curerà rivista e cartoni. E l’incontro con Mordillo? A Francoforte, fiera del libro. Mordillo vive a Parigi e pubblica poco, soprattutto in Germania. Parte con Ravoni un sodalizio che porta le giraffe e i personaggi col naso a palloncino a invadere il mondo e a renderlo più sensibile e felice. Poi i tempi cambiano e Rosana Ravoni, arrivata in Italia da neonata, alla fine degli anni Ottanta si mette a capo della sezione “New Media”: bisogna mettersi al passo con i tempi. Non ci sono solo il merchandising e i cartoni animati, ma nascono anche le nuove tecniche tridimensionali, i CD-Rom, eccetera eccetera. La notizia più brutta arriva nel 2004 quando, nel corso della consueta vacanza ad agosto in Argentina, il cuore di Marcelo (malato da tempo) non regge più. Peccato non ci sia anche lui a festeggiare i 50 anni “del suo giocattolo”, come ci dice Coleta. Aggiungendo con la sua fragorosa e dissacrante energia: “È nato tutto per caso. Siamo venuti in Europa per caso, e ci siamo occupati di fumetti per caso, in un tempo appassionante, pieno di amici in ogni parte del mondo, e di caos. Così è stata sempre la nostra vita, che per fortuna non è mai cambiata…”.