Il settore del lusso – lo studio Altagamma e alcune news

Il 2022 si sta avviando a diventare un anno storico per l’evoluzione del lusso: per la prima volta, infatti, la quota del retail nelle vendite raggiungerà il 50% del totale

È lo spunto forse più rilevante nel sempre interessante Osservatorio Altagamma sviluppato con Bain.
Tre cose da segnarsi per i prossimi anni:
📌 è destinata a sgonfiarsi la bolla degli outlet, che vedranno il loro peso calare dal 12% a 8-10%.
📌 Il travel retail recupererà probabilmente il peso che aveva prima del Covid, ma solo alla fine del decennio.
📌 Il canale retail continuerà a crescere; non sarà fatto di soli negozi, ma di un mix omnichannel, e il suo peso a fine decennio potrà raggiungere anche il 60% del totale.

Secondo l’Osservatorio, nonostante le turbolenze economiche, nel 2022 il mercato luxury globale crescerà del 21%, sfiorando quota €1.400 miliardi mentre si stima per i beni di lusso personali un +22%, con €353 miliardi.

Lo scenario si prospetta positivo anche per il 2023, quando la marginalità delle imprese dell’alto di gamma si prevede in crescita del +6%.
Questi risultati si inquadrano all’interno di un percorso che si prevede di crescita anche nel lungo termine: nel 2030 il valore di mercato dei personal luxury goods dovrebbe salire a circa €540-580 miliardi, un aumento del 60% o più rispetto al 2022.

Le categorie di prodotti principali: si riconferma la leadership degli accessori che continuano nel loro trend positivo: +8,5% per la pelletteria e +7% per le calzature. A causa del divaricamento della forbice sociale, tuttavia, l’entry price soffre e la domanda è più debole per i prodotti aspirazionali.

L’abbigliamento (+6%) e la cosmesi (+5,5%) confermano il tasso di crescita del 2022. La cosmesi in particolare è trainata dall’Asia, mentre l’abbigliamento vedrà una netta contrapposizione tra accessibile e luxury. L’hard luxury prosegue il suo trend positivo, in particolare nella gioielleria con un +8%: il gioiello rimane un bene rifugio e di investimento. Più bassa la crescita degli orologi che segnano un +5% e proseguono nel rafforzare il “fatto a mano” o la ricerca del pezzo unico.

Sempre sul lusso, interessante la notizia che Gucci si è accordata per 4,5 milioni annui per affittare i 1.000 metri ex Massimo Dutti in Galleria Vittorio Emanuele a Milano mentre Tod’s pagherà un affitto da 1,8 milioni per i 250 metri accordatigli.
In realtà sono quasi un affare perché l’ultima asta per uno spazio di 188 metri ha visto prevalere Chanel grazie a un’offerta da 2,35 milioni dove sono stati necessari ben 31 rilanci. 
Il Comune di Milano si sarebbe accontentato di poco più di mezzo milione, ma da tre anni, saggiamente, ricorre alle aste per assegnare gli spazi.
Il dato è in apparente contraddizione con la notizia che entro fine del decennio l’online sarà il principale canale di vendita del lusso. 
In realtà, in una prospettiva omnichannel i negozi svolgono semplicemente un ruolo diverso da quello di prima, ma restano comunque importantissimi, come confermano in modo inequivocabile questi numeri.
 
Infine, sempre nel settore lusso, Louis Vuitton ha inaugurato il suo primo negozio di mobili. La città prescelta è Shanghai, dal momento che il mercato Cina viene giudicato uno dei più promettenti per questa offerta.
Si tratta al momento di un test che l’azienda definisce come temporaneo, anche se non è stata comunicata una data di chiusura.
In ogni caso è un altro tassello dell’espansione di Louis Vuitton come brand lifestyle in coerenza con la visione che Arnault aveva già esplicitato: “Vuitton is much more than a fashion brand”
 
Sul fronte food gourmet, nel Centro di Arese ha aperto il temporary store natalizio del Viaggiator Goloso, private label gourmet di Unes.
Non è la prima volta, ma è un ulteriore segno della vitalità delle private label, che sono oggi in crescita in tutta Europa e che in Italia hanno superato il 30% di incidenza sugli acquisti.
Alcune di queste, come il Viaggiator Goloso, stanno inoltre mostrando la capacità di trasformarsi in veri e propri brand in grado di vivere una vita autonoma rispetto alla catena che li ha generati.
 
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