Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 

E’ stata presentata nel mese di ottobre, nella giornata d’apertura della Fiera del libro di Francoforte, la nuova edizione dell’annuale Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia dell’Ufficio studi AIE, che fotografa il mercato 2021 nel suo complesso (non solo il settore trade) e nei primi mesi del 2022

Il rapporto evidenzia che il settore dell’editoria post pandemia ha segnato nel 2021 una forte crescita in tutti i settori, con vendite complessive pari a 3,429 miliardi di euro (+10,7%).

Questi dati comprendono, oltre il mercato trade (libri a stampa di fiction e non fiction venduti nelle librerie fisiche nel canale GD e online), il comparto educativo, il professionale (libri, e-book, banche dati e servizi Internet) e l’export.

Quella dei libri si conferma quindi prima industria culturale del Paese; quarta industria editoriale europea dietro solo a Germania, Regno Unito e Francia.

Il mercato trade nel 2021 valeva 1,701 miliardi euro, in crescita del 16% rispetto l’anno precedente.

I dati disponibili per il 2022, riferiti al solo mercato trade, indicano una sostanziale tenuta delle vendite nei primi nove mesi del 2022: sono stati venduti libri per 1,022 miliardi euro, in calo dell’1,9%  rispetto al 2021 ma in crescita del 14,4% rispetto al 2019.

Per questo c’è una particolare attenzione per l’ultimo trimestre dell’anno e per il periodo natalizio, sempre decisivi per determinare il risultato complessivo dell’annata.

Nel primo semestre del 2022 la libreria torna a essere, con una quota del 53%, il principale canale d’acquisto. Gli store online, dal 47% dei primi sei mesi del 2021, si ridimensionano al 43%. Rispetto al 2019, però, le librerie fisiche hanno perso cinque punti percentuali mentre quelle online ne hanno guadagnati otto.

Il boom dell’e-commerce ha spinto gli editori a valorizzare ancora di più la propria offerta puntando soprattutto sul catalogo. I titoli in commercio, autopubblicati esclusi, sono stati nel 2021 1,331 milioni, in crescita del 5,3% rispetto l’anno precedente.

Altro fattore che sta generando un forte impatto sul settore dell’editoria è il prezzo della carta che è cresciuto del +58%. I prezzi di copertina ci dicono che gli editori, in questi primi sei mesi del 2022, non hanno ancora scaricato sul lettore i rincari energetici che affliggono il settore. La crescente inflazione e il clima di fiducia delle famiglie precipitato al 98,3 dal 117,7 di dicembre 2021 (fatto 100 il valore del 2010), rappresentano fattori di grande preoccupazione.

«Come pure resta preoccupante – ricorda il presidente Levi – il fatto che l’Italia non disponga, ancora, di una legge di sistema per l’editoria. È preoccupante il cortocircuito che la “non lettura” del Paese [con i lettori forti che diventano ancora più forti e la metà dei lettori che continua a non leggere più di un libro ogni 4 mesi] potrebbe fare con le minori risorse a disposizione delle famiglie, soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione. È il rischio che dobbiamo evitare si verifichi».

Merita attenzione il fenomeno degli autopubblicati: le maggiori aziende specializzate in questo tipo di attività editoriale hanno mandato in stampa e distribuito 16.065 titoli nel 2021, in crescita del 55,7% rispetto al 2020.

Un mercato che esprime quindi buoni numeri ma nel quale permangano le storiche criticità italiane a livello di indici di lettura (bassi) e disparità territoriali (notevoli e preoccupanti).

Fonte: Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia dell’Ufficio studi AIE

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